Tre righe appena, ma di quelle fulminanti. «Desidero annunciare che sabato 6 giugno, a Dio piacendo, mi recherò a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina. Vi chiedo fin d’ora di pregare affinché la mia visita a quelle care popolazioni sia di incoraggiamento per i fedeli cattolici, susciti fermenti di bene e contribuisca al consolidamento della fraternità, della pace, del dialogo interreligioso e dell’amicizia». A sorpresa, come sua abitudine, papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa ha annunciato questa nuova tappa della sua già fitta agenda del 2015. Un solo giorno, come già accaduto per l’Albania, in quella «Gerusalemme d’Europa», come la definì Giovanni Paolo II, che era, e ancora di più è oggi, un autentico crocevia di uomini, popoli e religioni. Pochi dubbi sul senso e il significato che Papa Bergoglio attribuisce a questa visita. E, se mai ce ne fossero stati, li ha fugati egli stesso, domenica, aggiungendo a braccio quel «del dialogo interreligioso e dell’amicizia» al testo scritto.

Sarajevo è tanto importante, in un vecchio continente attraversato da tensioni che proprio nella crisi della convivenza, come i fatti di Parigi hanno di nuovo messo a nudo, ha uno dei suoi snodi più delicati, è qualcosa che appartiene alle fibre più intime di questa città nel cuore dei Balcani. E, purtroppo, è anche qualcosa che nonostante la tragedia che ha devastato i Paesi dell’ex-Jugoslavia negli anni ’90 stenta a essere compreso fino in fondo. Sono tante le questioni sul piatto ed è questa la consapevolezza a cui innanzitutto l’Europa deve arrivare. La speranza, ora, è che il prossimo viaggio di papa Francesco riesca a riportare questa grande sfida sulle pagine di un’agenda internazionale che, fino a ieri, della Bosnia Erzegovina s’era completamente dimenticata. 

L’Azione Cattolica di Senigallia, da oltre venti anni, si è arricchita dell’esperienza e della realtà di questa terra, specialmente della sua Chiesa cattolica, grazie al gemellaggio con la parrocchia di Solakova Kula (diocesi di Sarajevo) e il sostegno alle Scuole per l’Europa, promosse dal vescovo ausiliare di Sarajevo, Pero Sudar. Ecco perché, più che mai, è vicina a papa Francesco  in questo viaggio così particolare, intenso, utile.

Pubblicato: 04 Febbraio 2015

L’Azione Cattolica italiana “saluta con gioia e fiducia l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica Italiana”. La nomina “ci è particolarmente cara in virtù della sua lunga militanza in Azione Cattolica, dell’affetto e della gratitudine con cui egli ha sempre guardato all’associazione”. “Nella vita personale - segnata dal martirio del fratello Piersanti per mano della mafia - come nell’impegno politico, Sergio Mattarella ha dimostrato serietà, competenza e integrità morale. La lunga esperienza a servizio delle istituzioni garantisce che egli saprà interpretare con imparzialità e correttezza il ruolo di garante della Costituzione, degli alti valori e del complesso di diritti e doveri che sono fondamenta della nostra comunità nazionale”. Una nota della presidenza nazionale dell’Ac giunge nel momento stesso dell’elezione del nuovo Capo dello Stato. “Il Parlamento ha compiuto una scelta felice nell’eleggere il Presidente Mattarella, uomo del dialogo ma non del compromesso al ribasso, sempre protagonista di un’azione politica intesa come servizio alla costruzione del bene comune”. “In un tempo così complesso della storia italiana, le forze politiche tutte siano chiamate a farsi carico delle difficoltà profonde del Paese, nella diversità dei ruoli di maggioranza e opposizione dovuti alla legittima competizione democratica, ma anche in un’auspicabile convergenza cooperativa sui valori di fondo”. E anche l’Ac di Senigallia si unisce a questi rallegramenti.

Pubblicato: 02 Febbraio 2015

“Héliumos lufin kaptunk Olaszországból üzenetet”: questa incomprensibile frase è apparsa domenica mattina in un post sul profilo facebook dell’Azione Cattolica di Senigallia. Sotto la frase, due fotografie con il biglietto scritto da Lorenzo, della parrocchia di Pianello di Ostra ed appeso ad un pallocino che ha preso il volo da Piazza del Duca in occasione della Festa della Pace organizzata sabato 31 gennaio scorso dall’Azione Cattolica di Senigallia. Il messaggio di Lorenzo (“Per me la pace è impossibile da raggiungere, a meno che non ci impegniamo tutti”), trasportato da una corrente particolarmente intensa, ha percorso circa 683 kilometri, fino a Kocsér (Pecs), in Ungheria, dove un giovane , Roland Kiss lo ha trovato, fotografato e inserito nella sua pagina del social network. 

Lorenzo è particolarmente eccitato dall’evento e la singolare notizia si è subito sparsa tra i ragazzi e gli associati all’Ac. “Un palloncino di elio è arrivato con un messaggio dall’Italia”, ha scritto Roland che, raggiunto nella sua città ha detto: “E’ stata molto bello ed emozionante raccogliere questo piccolo segnale di pace”. In tempi di posta elettronica e di messaggi digitali capaci di raggiungere in un secondo il mondo intero, l’emozione di un palloncino che attraversa tanti confini d’Europa rimane tutta intera. Così come l’invito del piccolo Lorenzo ad essere ognuno persone di pace.

Pubblicato: 02 Febbraio 2015

festa pace2  15

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Pubblicato: 03 Gennaio 2015

natale14

Pubblicato: 24 Dicembre 2014

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