il Papa va a Sarajevo, ma l’Ac di Senigallia ci va da vent’anni!

Tre righe appena, ma di quelle fulminanti. «Desidero annunciare che sabato 6 giugno, a Dio piacendo, mi recherò a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina. Vi chiedo fin d’ora di pregare affinché la mia visita a quelle care popolazioni sia di incoraggiamento per i fedeli cattolici, susciti fermenti di bene e contribuisca al consolidamento della fraternità, della pace, del dialogo interreligioso e dell’amicizia». A sorpresa, come sua abitudine, papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa ha annunciato questa nuova tappa della sua già fitta agenda del 2015. Un solo giorno, come già accaduto per l’Albania, in quella «Gerusalemme d’Europa», come la definì Giovanni Paolo II, che era, e ancora di più è oggi, un autentico crocevia di uomini, popoli e religioni. Pochi dubbi sul senso e il significato che Papa Bergoglio attribuisce a questa visita. E, se mai ce ne fossero stati, li ha fugati egli stesso, domenica, aggiungendo a braccio quel «del dialogo interreligioso e dell’amicizia» al testo scritto.

Sarajevo è tanto importante, in un vecchio continente attraversato da tensioni che proprio nella crisi della convivenza, come i fatti di Parigi hanno di nuovo messo a nudo, ha uno dei suoi snodi più delicati, è qualcosa che appartiene alle fibre più intime di questa città nel cuore dei Balcani. E, purtroppo, è anche qualcosa che nonostante la tragedia che ha devastato i Paesi dell’ex-Jugoslavia negli anni ’90 stenta a essere compreso fino in fondo. Sono tante le questioni sul piatto ed è questa la consapevolezza a cui innanzitutto l’Europa deve arrivare. La speranza, ora, è che il prossimo viaggio di papa Francesco riesca a riportare questa grande sfida sulle pagine di un’agenda internazionale che, fino a ieri, della Bosnia Erzegovina s’era completamente dimenticata. 

L’Azione Cattolica di Senigallia, da oltre venti anni, si è arricchita dell’esperienza e della realtà di questa terra, specialmente della sua Chiesa cattolica, grazie al gemellaggio con la parrocchia di Solakova Kula (diocesi di Sarajevo) e il sostegno alle Scuole per l’Europa, promosse dal vescovo ausiliare di Sarajevo, Pero Sudar. Ecco perché, più che mai, è vicina a papa Francesco  in questo viaggio così particolare, intenso, utile.

on 04 Febbraio 2015

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